Manchi tu. Manchi ma io ti sento ovunque.
Ti sento nel profumo del caffè la
mattina, ti quello che bevevi solo per farmi compagnia. Che a te il caffè non
piace. Ti sento nel frastuono della pioggia d’autunno.
Manchi ma io ti vedo.
Ti vedo nei vestiti che mi stanno larghi da quando non ci
sei. Ti vedo nella tavola apparecchiata
a metà.
Mi manchi e non
torni.
Non torni con il treno. Che mi piaceva vederti scendere da
lì. Cercarmi tra la folla e trovarmi in un angolo ad aspettarti. Guardandoti e
sapendoti mio. Che una persona può essere proprietà di qualcuno?
Mi manchi e piango.
Piango le lacrime che non raccogli più con i tuoi baci.
Piango tutti i secondi che non sei con me. E raccoglierei le lacrime per
trascorre ancora quei secondi con te. Uno. Mille, tutti.
Mi manchi e non ci sei.
Non ci sei nella musica che non ballo più perché non ci sei
più tu a guardarmi. Non ci sei nelle stanze che non odorano più di noi. Dei
nostri baci e delle nostre carezze. Non
ci sei nei post-it che non mi lasci più sul cuscino quando la mattina te ne
andavi prima di me.
Manchi tu.
Manchi ma ti sento.
Ti sento sempre. Nel profumo che impregna i tuoi vestiti
chiusi nell’armadio vicini ai miei. E mi sembri qui. Mi ci chiudo dentro e li abbraccio. Abbraccio
quello che c’è di te. Abbraccio le tue
camicie, stringo le maniche attorno al mio collo. Respiro. Apro i polmoni, come
insegnano nei corsi di canto. Respiro tutto.
E non lo lascio uscire, ho paura svanisca. Non posso
consumare ciò che rimane di te.
Manchi ma ti cerco.
Ti cerco accarezzandomi i capelli come facevi tu. Che a te
piacevano i miei capelli. Ti cerco nei nostri libri preferiti, quelli che ti
leggevo quando volevi che la mia voce riempisse le stanze. E ora vorrei avessi
letto tu. Vorrei che le stanze si fossero riempite della tua voce, vorrei
sentirla ancora. Ma non la sento. Sta svanendo. Non ricordo più la tua voce.
E mi manchi ogni giorno di più. Ogni minuto di più. E non ci
sei. Sempre di più non ci sei.
E manchi.
Ti sento.
Ma non ci sei.