Gocce di parole
lunedì 11 novembre 2013
giovedì 25 luglio 2013
25 - Arriverà
Danza come se nessuno ti guardasse, danza tutto ciò che senti
Danza ogni respiro, ogni lacrima, ogni sorriso.
Danza le parole che non sai dire,
quelle che ti si fermano in gola e fanno male.
Danza le sensazioni che ti mancano,
danza ogni momento.
Danza questa sensazione,
danzala ora, vedrai, gli arriverà.
venerdì 19 luglio 2013
24- Così stanno
Lui la guarda.
La guarda come si guardano le stelle in una notte calda di Agosto nella speranza che una cada, si stacchi da tutto quel blu, per regalare la speranza di un desiderio che smetta di essere tale.
La guarda come si guarda un aereo che decolla, mentre attraversa le nuvole verso chissà quale cielo lontano.
E lei si sente così.
Si sente un po' stella e un po' aereo insieme. Si sente cadente e decollante, luminosa e possente, naturale e artificiale. Si sente bella, come nessuno l'ha mai fatta sentire.
Si sente felice e malinconica allo stesso tempo. La felicità è così grande da tramutarsi in malinconia. E allora, per la prima volta, capisce Leopardi e la sua insegnante delle superiori, quando commossa ne leggeva i versi in classe.
Con un solo sguardo si sente così. E allora ci prova.
Ci prova con tutta sé stessa a farlo sentire nello stesso modo, perché è una sensazione troppo grande per lei sola. E' una sensazione troppo bella per tenerla tutta per sé.
E ci prova. Lo guarda.
Lo guarda pensando al mare sconfinato, il mare buio della notte, quello che non ha orizzonti perché la sua fine è mescolata all'inizio del cielo ancora più infinito.
Lo guarda come si guarda un libro non letto che si desidera da tanto, sfogliando e annusandone le pagine sperando di coglierne qualche accenno.
Zitti, muti in un silenzio fatto solo di respiri e sguardi.
Si guardano nella notte, solitari, occhi dentro occhi.
Nemmeno si toccano, non serve. Quello che condividono ora è anche più intimo di un qualsiasi contatto.
Stanno così, stretti negli occhi.
Così stanno.
mercoledì 10 luglio 2013
23- Please stay
We say goodbye in the pouring rain and I break down as you walk away.
Stay, stay.
'Cause all my life I felt this way but I could never find the words to say stay, stay.
Stay with me...
martedì 9 luglio 2013
22- Corrente
E siamo parole gridate sott’acqua con la corrente che ci
riempie i polmoni. Siamo sassi che rotolano verso il mare, abbracciati poi
dalle sue onde. Siamo mani che cercano un appiglio, freneticamente bisognose.
Osservo la geografia dei tuoi occhi, mi ci perdo quasi
dentro. Con la punta del piede rimango incollata al pavimento però. Non come
Alice nel suo Paese delle Meraviglie. No, io non ci cado dentro le tue
meraviglie. Rimango in bilico, sogno un poco e un poco vivo. Vivo quel che mi è concesso, quello che dalla
vita strappo. Come un gelato al sole cocente di luglio, scivola via, così la
vita a volte si scioglie tra le tue mani e solo tu puoi decidere quanta
assaporarne.
E mentre ti guardo ora, con un piede ancorato al pavimento e
il resto di me dentro di te, sento la vita sciogliersi tra le mie mani, ma non
posso muovermi. Non ora. Ora che sono finalmente me stessa.
E siamo parole gridate sott’acqua con la corrente che ci
riempie i polmoni. Siamo sassi che rotolano verso il mare, abbracciati poi
dalle sue onde. Siamo mani che cercano un appiglio, freneticamente bisognose.
lunedì 15 aprile 2013
21- Con il tuo ricordo impigliato nel pigiama
Familiar Ground- Cinematic Orcherstra
‘Mamma, posso andare
sullo scivolo?’.
Tu mi sorridi, come solo tu sai fare, mi accarezzi i capelli
e mi spingi verso i giochi. Senza la tua approvazione non farei nulla, sei la
sola cosa che conta nella mia vita, insieme alla bambola Sally che mi ha regalato
papà. Corro verso lo scivolo. Ma improvvisamente mi ricordo di aver dimenticato
di fare una cosa. Torno indietro correndo, attenta a dove metto i piedi come mi
hai insegnato tu. Tu ti abbassi un poco, già sai perché sono tornata, mi
appendo al tuo collo e ti stampo un bacio sulla guancia, di quelli rumorosi che
lo schiocco che piacciono a te. Tu ridi e la tua risata è come l’acqua del mare
nei giorni caldi d’estate. Ora posso andare a giocare tranquilla. Non farei mai
nulla che possa farti soffrire. Ciò che conta è il tuo abbraccio quando cado e
mi sbuccio un ginocchio, il bacio quando mi rimbocchi le coperte. Il tuo
profumo che rimane impigliato nel mio pigiama rosa di Minnie.
Quando mi sveglio la mattina non vedo l’ora di correre da
te, so che ti piace quando ti abbraccio ancora calda da sonno. E me piace che
tu sia la prima cosa che vedo quando apro gli occhi. Quando scherzi e mi fai
credere che te ne devi andare, soffro. Non te lo dico, so che scherzi, ma non
posso immaginare che tu possa andartene da me, non riesco a pensare a un giorno
senza noi due insieme.
Papà è geloso, lo so. Anche a lui voglio bene, tanto. Ma non
come ne voglio a te. Lui non sa abbracciare come fai tu. E forse non mi vuole
bene come me ne vuoi tu. Ma a me va bene. Ci sei tu.
‘Giada, sono le 7, è ora di alzarsi.’
Urli dalla cucina come se fossi sorda. So che mi devo
alzare, ogni mattina è sempre la stessa storia. La sveglia è puntata per le
7.10, non ho mai perso il bus facendo a modo mio, perché devi sempre impicciarti?!
Ti lamenti che non sono abbastanza responsabile, ma poi non mi lasci nemmeno
libera di alzarmi all’ora che voglio! Scaravento le coperte via dal mio corpo.
Almeno quando dopo mi rifarai il letto ci metterai un po’ di tempo. Mi trascino
in cucina, mi sorridi amorevolmente. Sei fastidiosa quando fai così. Sembra che
non ci sia nulla di più bello di vedermi uscire dalla camera come uno zombie. Parli senza sosta, senza pensare che
preferirei essere inghiottita dal pavimento piuttosto di starti ad ascoltare. Prendo
la giaccia e metto lo zaino in spalla, mi guardi. Vuoi un bacio? Ti prego. Non
mi volto, punto la porta e esco. Magari riuscirai a capire, prima o poi, che
non sono più una bambina.
‘Ehi, mamma! Sei arrivata finalmente, vieni, entra!’
Mi guardi preoccupata, ti sorrido per tranquillizzarti. Non
cambierai mai, ti preoccuperai sempre per me, ma ti adoro anche per questo. Sei
sempre così elegante. Spero di poter essere come te alla tua età. Ci
accomodiamo sul divano in salotto. Non riesco a smettere di sorridere, non vedo
l’ora di rivelarti il motivo per cui ti ho fatta venire qui. Il tuo sguardo
ispeziona ogni centimetro di me, per poi fermarsi. Occhi negli occhi. Non servono parole, già lo sai. Sei una
mamma, mia mamma. Mi conosci come nessuno mi conoscerà mai.
‘Si, sono incinta!’
Mi abbracci forte. Mi rendo conto che non aspettavo altro.
Faccio un respiro profondo, solo di questo avevo bisogno. Di sentirmi tra le
tue braccia, libera di essere spaventata e felice. Una lacrima ti riga il viso, la asciugo. Non
posso immaginare come ti senti, ma so per certo che ora come ora al mio fianco
non vorrei altri da te.
‘Mamma,come ti senti?’
Mi avvicino al letto. Le tue labbra si curvano in un piccolo
sorriso. Sei invecchiata così tanto che fatico a credere che un tempo riuscivo
a ripararmi nel tuo abbraccio. Sembri così piccola, distesa su questo letto
bianco. Ti prendo una mano, è morbida. Hai sempre avuto una pelle meravigliosa.
La avvicino al viso, la annuso. Voglio riuscire ad assorbire il tuo profumo, voglio
mi rimanga incastrato nelle narici, come quando ero piccola e sentivo il tuo
odore sul mio pigiama. Fai un piccolo
cenno con il capo. Vuoi sollevarti. Con delicatezza ti sollevo la testa e
sistemo il cuscino. Mi guardi. Lì in
fondo, rivedo i tuoi occhi, oltre la velatura del tempo ti rivedo. Vorrei
poterti stringere forte, come facevi tu quando, spaventata dai temporali,
correvo nel tuo letto a trovare conforto. Ma non posso farlo, sei delicata,
come un neonato. Ti accarezzo. Provi a ricambiare ma non ce la fai, è troppo
faticoso.
‘Sono qui, mamma, non ti preoccupare.’
Ti guardo, anzi, guardo ciò che mi rimane di te. Una lapide
grigia, incassata nel muro. Mi manchi da morire. Dicono che uno dei motivi per
cui le persone mancano è perché si hanno rimpianti. Io non ne ho. Ti ho amata,
come solo una figlia sa fare. Mi mancherai sempre, forse. Mi mancheranno i tuoi
sorrisi, il tuo abbraccio. Ora sono sola, ma il ricordo, il tuo ricordo mi
accompagnerà, sempre.
mercoledì 3 aprile 2013
20- Ti ho respirato dentro
Ascolta: Bastille, Pompeii
Come quando spalanchi la finestra e spalanchi anche le
narici, a respirare tutto. Respiri gli alberi, il cielo e il sole. Li respiri
fino a che si chiudono dentro di te, nello stomaco. E allora non ti resta che
saltare da quanto sei felice. Respiri il cielo e corri per le strade, con
quella musica nelle orecchie, che senti solo tu, ma te la sta suonando il tuo
stomaco con il sole, il cielo e gli alberi dentro. E non puoi smettere di
saltare, non puoi fermarti, perché hai il cielo e il sole dentro. Cammini e
guardi chi invece ha le nuvole nello stomaco, e vorresti donargli un raggio di
sole, ma non puoi fermarti, devi continuare a correre e saltare. E la città ti
scorre intorno non la puoi fermare, perché lei non può fermare te, che sei come
lei, con il sole nello stomaco.
‘Perché ridi?’ mi chiedi. E io non te lo so spiegare perché rido.
Rido perché il sole mi fa il solletico nella pancia, rido perché il cielo l’ho
respirato tutto. Rido perché il tuo sorriso è più luminoso del sole che ho
dentro.
‘Perché balli?’ chiedi. E vorrei dirti che questa è la
domanda più stupida che potessi farmi. Ballo perché non posso fermarmi con gli
alberi nello stomaco mossi dal vento che ho respirato insieme al cielo. Ballo perché
non so come fermarmi. Ballo perché solo così riesci a vedermi, a vedere me.
‘Perché mi baci?’ vuoi sapere. E vorrei che invece non
parlassi ora. Ti bacio perché il sole è troppo grande per me sola. Ti bacio perché
anche tu possa respirarmi dentro. Ti bacio perché io possa respirarti dentro.
Ho
respirato gli alberi, il cielo e il sole. Ora respiro te.
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