E siamo parole gridate sott’acqua con la corrente che ci
riempie i polmoni. Siamo sassi che rotolano verso il mare, abbracciati poi
dalle sue onde. Siamo mani che cercano un appiglio, freneticamente bisognose.
Osservo la geografia dei tuoi occhi, mi ci perdo quasi
dentro. Con la punta del piede rimango incollata al pavimento però. Non come
Alice nel suo Paese delle Meraviglie. No, io non ci cado dentro le tue
meraviglie. Rimango in bilico, sogno un poco e un poco vivo. Vivo quel che mi è concesso, quello che dalla
vita strappo. Come un gelato al sole cocente di luglio, scivola via, così la
vita a volte si scioglie tra le tue mani e solo tu puoi decidere quanta
assaporarne.
E mentre ti guardo ora, con un piede ancorato al pavimento e
il resto di me dentro di te, sento la vita sciogliersi tra le mie mani, ma non
posso muovermi. Non ora. Ora che sono finalmente me stessa.
E siamo parole gridate sott’acqua con la corrente che ci
riempie i polmoni. Siamo sassi che rotolano verso il mare, abbracciati poi
dalle sue onde. Siamo mani che cercano un appiglio, freneticamente bisognose.
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