domenica 28 ottobre 2012

14. Leave


Quando crolla ogni certezza, quando il vento soffia lontano ogni felicità, quando il mare sommerge tutto ciò che ti è chiaro, non ti fermare.

Il vento soffia così forte che penso si porterà via la città intera. Si porterà via anche me, che cammino sola, bagnata dalla pioggia. E allora rilasso i muscoli e attendo di volare con lui, lontano da qui, lontano da un luogo che non mi conosce. Le spalle si abbassano, le braccia si allargano, gli occhi si chiudono, lo sento arrivare.
E poi in un attimo, la folata si placa. Gli occhi si aprono, le braccia scivolano lungo i fianchi, le spalle si irrigidiscono e io sono ancora qui. Sono sempre qui, sempre io. In mezzo ad una strada, nera di asfalto. Riprendo a camminare, e penso a te che non mi puoi sentire, penso a te che non mi vuoi sentire.  Verrò io da te, ti dirò quello che hai paura di ascoltare, ti dirò quello che sai già, ma te lo dirò io. Camminerò con il vento, mi accompagnerà fino a te.  Che poi, tu chi sei? Solo frutto della mia fantasia, sei un TU inesistente, sei il TU che vorrei avere al mio fianco. Potresti essere ovunque, potresti nasconderti dietro ogni sguardo che mi sfiora distratto. No, forse tu saresti l’unico sguardo attento, l’unico non annoiato, l’unico determinato a guardare me e me soltanto. E lo cerco, negli occhi di una mamma apprensiva, negli occhi di un adolescente allampanato, negli occhi di un cane fedele, di un camionista stanco, di un anziano soddisfatto, di un padre orgoglioso… vedo occhi ovunque, li vedo tutti, ma non vedo i tuoi. Mi muovo in questa notte buia, mi muovo nella mia vita, mi muovo come un ladro, in silenzio. I capelli mi schiaffeggiano il viso, consolato da lacrime calde. E continuo a muovermi, non posso fermarmi. Se lo facessi mi raggiungerebbe tutto, e non voglio. Voglio lasciare tutto e correre da te, che sei da qualche parte, che esisti per forza, che mi saprai aiutare. E mi abbraccerai come si fa con un bambino che si risveglia da un incubo, mi dirai che si è sistemato tutto, che non mi lascerai più sola. Mai più. E mi stringerai la mano, solo per farmi sentire che ci sei, e costruiremo insieme un posto, solo nostro in cui non saremo mai soli. Lì ci chiuderemo le nostre anime graffiate, lontane da questa strada fredda, lontano dalla gente, lontane da noi. E forse saremo felici.
E il vento ritorna, mi spinge verso te, lo so. Mi lascio portare alla deriva nel suo mare d'aria. E un giorno ti troverò, e lo sapremo entrambi. MI sentirai, anima nella tua. 

venerdì 12 ottobre 2012

13. Io e te, non come noi



Sei la mano di un pianista che scorre abile sulla tastiera della mia anima, imprigionata in un alternarsi di tasti bianchi e neri, rinchiusa in una sinfonia che non le appartiene, costretta a suonare emozioni non sue. Sei tu, l’artefice dei miei suoni, sei il compositore dei miei sorrisi, il Mozart delle mie lacrime.  E immobile, in balia di te, mi faccio accordare come un piano dimenticato in qualche soffitta buia e umida, e tu, noncurante manometti la mia essenza, tendi le corde della mia mente, perlustri i miei segreti.

Sei tu che mi hai concesso la tua presenza, tu che puoi fare a meno di me, di noi. Sei tu che puoi dormire la notte senza paura, perché gli incubi invadono le menti deboli, perché la mattina li vedi riflessi nei miei occhi e sai che mai colpiranno te, fino a che scalderò le tue notti con il mio corpo.

Sei tu che hai sognato una vita così, tu che ami il potere dell’amore, la tensione dell’odio. Ami me, che silenziosa, ti permetto di essere ciò che credi giusto a discapito di un sogno irrealizzabile. Me e le mie mani che mai hanno cercato di ribellarsi alla tua pressione. I miei occhi che non piangono mai la sofferenza che mi dai, ma la gioia di noi. La mia bocca che non critica mai, che si distende sempre per pronunciare quel “si” che vuoi sentire, e mai si arriccia per il “no” che vorrei dire. I miei capelli che brillano di riflessi di felicità lontane.

Quando la mia voce aveva ancora un suono, mi ascoltavi raccontare storie di galassie lontane, in cui le collisioni di atmosfere colorate di gas alieni riempivano l’universo di bagliori spettacolari. Ora siamo noi quelle atmosfere, ma non c’è nulla di meraviglioso nella collisione di due anime come le nostre, un po’ di rumore, qualche graffio e una lacrima. Da dividere, una è sufficiente per cancellare una storia vuota. Una lava quello che c’è di noi. Una lacrima perché due sono per le storie vere, due sono per le atmosfere colorate. Due come il numero dell’amore. Due come non siamo mai stati. Due come quando si dice: io e te. Due non come noi.

E ti guardo dormire e vorrei che rimanessi così per sempre, vorrei mantenere la distanza che c’è ora. Come due stati della materia, io ghiaccio tu acqua. Tu solido io liquido. Lontani per sempre, vicini solo nella teoria. Lontani nella scienza, vicini solo nelle favole, che tanto lì non puoi farmi niente.  





mercoledì 10 ottobre 2012

12. Urlo

L'acqua si scaglia sulla riva come i  pensieri imprigionati nella mente si infrangono nella testa, sbattono negli occhi e escono, come gocce di pioggia.

Vorrei che tu li vedessi, vorrei che sentissi il rumore che fanno, forse capiresti quanto ti odio. Il tuo sorriso impertinente, quel tatuaggio dietro l'orecchio, simbolo di un "noi" mai esistito, le tue mani e la loro memoria sul mio corpo, la tua risata nelle mie orecchie, il tuoi occhi dentro i miei. 
Li senti questi pensieri? 
Li vedi anche?

Ne ho riempito il cuscino, l'armadio, le credenze, la vasca da bagno, ma sono ancora nella mia testa. Li sento ancora. E allora li spedisco. Scrivo pagine su pagine di pensieri, immergo fogli bianchi nella mia testa, li chiudo in una busta e li spedisco. Invento indirizzi, spero si perdano. Ma non se ne vanno, rimangono, come rimani tu. E corro per la città, spero di essere più veloce di loro, corro lontano da loro che non hanno le gambe e non possono raggiungermi. Mi fermo e sono sempre qui, imprigionati dietro gli occhi. E urlo, forte perchè si spaventino e se ne vadano da me. Urlo il tuo nome, così possono sentirlo e venire da te. Urlo tutto il fiato, urlo tutte le lacrime, tutte le tue parole, i tuoi baci, il tuo profumo.
Li senti ora?
Li senti?





The End- Lisa Gerrard