sabato 8 settembre 2012

9. Storia di un tempo lontano




Eccoti finalmente. Sei bella come non mai. Temevo che oggi non saresti venuta. Ma tu sei abitudinaria come me. Ogni giorno vengo al parco con la speranza di vederti, e con la voglia di trovare il coraggio per parlarti. Ma non c’è cosa più difficile. Oggi sembri felice. Ho imparato a conoscere e a capire ogni tua piccola espressione. Ogni increspatura del volto per me significa molto. Sorridi alla tua compagna di passeggiata. Sento un brivido lungo la schiena. Vorrei con tutto me stesso che quel sorriso lo rivolgessi a me.
Lentamente ti avvicini alla panchina dove sono seduto io. Faccio finta di leggere un libro russo, di quelli che ti obbligano a leggere nei corsi di letteratura. Con la coda dell’occhio vedo che ti accomodi a pochi centimetri da me. La tua compagna si allontana, dice di dover telefonare.
Abbasso il vecchio volume, ti guardo. Ti sorprendi della mia espressione.
“Buongiorno, ci conosciamo?”
“Buongiorno, beh… non ci conosciamo ancora, ma magari potremmo provvedere subito a sopperire a questa mancanza.”
Sorridi, forse ti sono simpatico.
“Certo, perché no? Io sono…”
“Lidia… lei si chiama Lidia. La vedo spesso passeggiare in questo parco, e non ho potuto fare a meno di sentire il suo nome.”
“Si, è vero, adoro trascorrere i miei pomeriggi in questo parco. Io non ho il suo stesso spirito di osservazione, quindi mi sento costretta a chiederle il suo nome…”
“Mi  chiamo Fausto. Sono molto contento di averla conosciuta.”
“Per me vale lo stesso”
Con delicatezza e non curanza mi porgi la mano. Emozionato la stringo. È così morbida.  Non mi spiego la scarica di sensazioni che questo tocco mi trasmette.
“Allora, Fausto. Cosa fai nella vita?”
“Sono uno scrittore, adoro raccontare storie di vita. Mi piace osservare la gente che incontro per la strada, e inventare per loro una vita alternativa.”
Mi blocco, forse sono partito in quarta. Mi guardi, perché non dici nulla?
“E’ meraviglioso Fausto. Devi essere una persona molto sensibile.”
Sorrido, per fortuna ho fatto una buona impressione.
“Beh, diciamo che sono un osservatore. Cerco di prestare attenzione ai dettagli. I dettagli sono essenziali.”
Non ti faccio domande. Non voglio forzare la conversazione, preferisco attendere. Voglio sottostare alle tue tempistiche.
“Adoro le storie. Vuoi raccontarmene una?”
Speravo me lo chiedessi.  Mi avvicino un po’. Non sembri infastidita.
“D’accordo Lidia. Ti racconterò una storia. Una storia di un tempo lontano, di due anime gemelle, di un amore eterno, di un amore che supererà tutte le difficoltà che incontrerà.”
Ti guardo. Hai lo sguardo perso. Gli occhi ti brillano. Sembri una bimba in attesa del proseguo della sua favola preferita. Non mi faccio pregare.
“Questa storia ha inizio negli anni Cinquanta, in un’ Italia all’alba della sua rinascita. Il protagonista è un giovane ragazzo, bello e affascinante. È di buona famiglia, si vede chiaramente da come si comporta e dagli abiti che indossa. Ma questa storia non parla solo di lui, parla anche di una ragazza. Una meravigliosa dolce ragazza, timida e intelligente. Studiano insieme i miei protagonisti, frequentano l’ultimo anno del liceo. Si conoscono, molto bene. Sono innamorati.”
Le tue labbra formano una piccola O, sei così dolce in questo momento. Vorrei poterti accarezzare, ma non mi permetterei mai.
“E cosa succede poi? Si lasciano?”
“Come corre Lidia! Vuole sapere che succede dopo? Beh è l’ultimo anno del liceo e la piccola parrocchia aveva organizzato un piccolo ballo nella palestra della scuola. Da quando la guerra era finita, tutti cercavano di sorridere alla vita.”
“Di sicuro i suoi protagonisti andranno insieme al ballo, vero? E poi, Fausto, come si chiamano i giovani?”
“Lidia, la storia è sua, quindi i nomi li scelga lei.”
Tu mi sorridi, ti senti lusingata.
“D’accordo, allora li chiameremo Lidia e Fausto. Che ne dici?”
Con piacere constato che ti rivolgi a me in tono confidenziale.
“Dico che sono i nomi perfetti per gli attori della mia storia. Quindi, Lidia e Fausto si presentano assieme alla festa da ballo. Lei indossa un abito meraviglioso, è la più bella. Le gambe si scorgono dalla velatura delle calze. È così bella che quando entra nella palestra cala il silenzio. Fausto le cammina vicino, è orgoglioso della sua ragazza. È senza dubbio la più carina della scuola. Anche lui è bello, questo devo dirlo, il suo smoking gli calza a pennello.
La serata scorre piacevole, ballano senza smettere mai. Ballano fino a che i piedi non cominciano a dolere. Fausto non riesce a staccarle gli occhi di dosso. Sa che ricorderà questa serata per sempre. Sono felici, sono belli e sono innamorati. La loro foto finirà anche sul giornale del paese, ma loro questo ancora non lo sanno.”
“La loro foto?”
“Si, tutte le coppie durante la serata si sono messe in posa e si sono fatte scattare una foto. E la foto dei nostri protagonisti è stata scelta come foto rappresentativa della serata.”
“Sarà stata una soddisfazione per loro!”
“Certo, ne erano entusiasti. È stata la loro prima foto insieme.”
“Ce ne sono state altre? Beh, allora la loro relazione è durata a lungo?!”
“L’avevo detto all’inizio della storia. Il loro amore è eterno.”
“E’ vero! Si sono sposati quindi?”
“Fausto e Lidia si sono sposati poco dopo il diploma, e il loro matrimonio ha portato con sé quattro splendidi bambini.”
“E’ una storia meravigliosa. Ma ho come l’impressione che non abbia un lieto fine.”
Mi guardi, i tuoi occhi sono carichi di emozione. Non riesco ad immaginare di deluderti, non voglio vederti triste.
“No, Lidia, stai tranquilla la mia storia termina bene. I nostri protagonisti si ameranno per sempre.”
“Perfetto, sono le storie che piacciono a me.”
Alle tue spalle si avvicina Claudia, la tua infermiera che ogni giorno ci permette di trascorrere questo tempo assieme. Cerca il mio sguardo, le faccio cenno di avvicinarsi.
“Lidia, è ora di tornare a casa. Sei pronta?”
Tu la guardi spaesata, ma poi ti alzi, rassegnata. Ti volti verso di me, e mi sorridi. Sei bella. Bella come quella lontana sera degli anni Cinquanta. Ti sorrido a mia volta. E so che non avrò pace fino a che non tornerai qui domani , con me.

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